Domenico Passuello, triatleta professionista tra i più longevi nel panorama italiano, ha rilasciato un’intervista in cui ha spiegato le incertezze affrontate negli ultimi due anni e le molte novità della stagione 2021 di triathlon. Un settore che ha attraversato momenti davvero complicati negli ultimi mesi.

Dopo un 2020 sportivo “cancellato”, le aspettative per la nuova stagione erano molte. Purtroppo, questi primi mesi del 2021 stanno mostrando un andamento altalenante con gare internazionali rinviate o spostate e atleti che sono in difficoltà nell’organizzare i propri allenamenti. Le incertezze economiche non aiutano a trovare la concentrazione e la serenità giusta.

Il triathlon non gode della visibilità di altri sport, che possono garantire ai tanti operatori che vivono di questa specialità, quella serenità anche economica che spetterebbe a ogni lavoratore. I triatleti professionisti, a differenza di altre discipline sportive, non godono di una grande notorietà e non sono tutelati come altri atleti.

Un bilancio

In un momento così complesso Domenico Passuello ha provato a tirare un bilancio sul presente e futuro.

Sulle difficoltà e le sfide di questa stagione l’atleta toscano ha evidenziato: “Il 2020 è stato uno degli anni più difficili della mia vita. Ho perso mio padre a gennaio e la pandemia ha gettato il triathlon in un incubo. Da anni vivo facendo l’atleta e trovarsi senza lavoro in un attimo è stato un contraccolpo importante. È stata una situazione che non avevo mai provato. Il fatto che non ci siano state quasi gare l’anno passato e non ce ne saranno tante in Europa nei prossimi mesi, rende ogni evento di questa stagione importante per tutti, me compreso”.

Tra le novità del 2021 per Passuello c’è sicuramente l’approdo al nuovo team Tritaly. Una nuova sfida ricca di stimoli: “Ho cambiato team e sono molto contento, ci sono persone appassionate che stimano il mio lavoro. Mi piacerebbe essere un esempio per gli amatori, ma soprattutto per i più giovani che rappresentano il futuro” – ha affermato – “Ho sempre avuto contatti con il team Tritaly negli ultimi anni e mi piace la passione delle persone all’interno della squadra. Sono entusiasta di costruire qualcosa nel futuro che sia diverso dalle solite cose che vediamo in giro”.

Un ruolo quindi forse nuovo quello di Domenico Passuello in questi prossimi anni, ossia quello di atleta-guida per le prossime generazioni di atleti. Sui giovani ha però ammesso: “I giovani non voglio scoraggiarli, ma stare ad alto livello per un italiano è molto difficile, dato che nel nostro Paese il triathlon non è praticamente riconosciuto a livello professionistico e non ci sono team organizzati per sostenere un atleta top non per mancanza di capacità, ma perché i budget sono minimi. Non c’è un ritorno di immagine adeguato come in altre nazioni e se una atleta fa un passo falso si trova in mezzo alla strada senza prospettive. Serve avere un grande rendimento per arrivare a guadagnare i premi gara e non è semplice. Il mio consiglio è cercare di capire velocemente se c’è del talento, altrimenti passare ad altro”.

La situazione triathlon in Italia

Sulla situazione del triathlon italiano ha aggiunto: “In Italia siamo messi male. Sono spesso in giro per il mondo per le diverse competizioni e posso fare dei paragoni. In Italia abbiamo delle gare importanti come gli Ironman però oltre all’evento in sé non c’è niente! Capisco che il triathlon non sia uno sport facile da vendere in tv. Però bisognerebbe creare dei personaggi, metterli in competizione tra loro, portarli nella gara importante, creare aspettative. Questo lavoro dovrebbe essere portato avanti da persone che hanno esperienza, amore e passione per questo sport. Il tifoso (di qualsiasi sport) si appassiona all’atleta e alle sfide tra i campioni. In Cina non si parla spesso di triathlon, ma se si fa l’evento si concede il giusto risalto sui mezzi di comunicazione”.

“Avere un atleta come Domenico Passuello nel nostro team è sicuramente uno stimolo per il gruppo” – ha affermato Frederic Borrelli, vice presidente e atleta di Tritaly – “Domenico in futuro ha l’ambizione di allenare; in questa sua fase della carriera vuole anche trasmettere la sua esperienza e i suoi valori e per noi questo è molto importante. Domenico inoltre è molto presente in squadra. E’ un pro tra i più vincenti e allo stesso modo è una persona estremamente disponibile“.

Borrelli ha aggiunto: “Io provengo da sport di squadra e credo molto nella coesione del gruppo in tutte le situazioni della vita. Quando ti senti bene in un gruppo ti senti come in una famiglia. Tritaly cerca di essere così. Grazie al lavoro non solo mio, ma anche di Diego Botta, Paolo Gusmita e Laila Mari, Tritaly è diventato un gruppo in cui un atleta riesce a dare il meglio di sé perché sta bene nel team“.

E sugli obiettivi stagionali il vice presidente ha concluso: “Vogliamo arrivare pronti alle gare e fare dei risultati perché con Domenico in squadra non può non interessarti fare risultati. Vogliamo portare in alto i colori dell’Italia nel mondo e far crescere i nostri atleti e il gruppo. Se si riuscirà a vincere qualcosa sarà una conseguenza“.