
Enda Running sta costruendo la sua squadra italiana, con un team dove, oltre al supporto tecnico e alla comunicazione, un ruolo fondamentale lo giocano anche gli specializzati che si sono appassionati al brand e alla filosofia che sta dietro alle scarpe con la freccia.
Nel numero 9/10 di Running Magazine vi avevamo resi partecipi della nascita di questo progetto dalla storia unica. Le prime scarpe Enda Running sono state infatti realizzate grazie a una campagna di finanziamento nata nel 2016, alla quale hanno aderito oltre 1.000 persone da tutto il mondo. Un anno dopo è nata Iten, il primo modello made in Kenya, che si ispira totalmente alla cultura e alla storia del Paese.
Enda è prima di tutto un’azienda dal profondo senso etico, attenta all’ambiente, alle persone e alla comunità. Diventata società B-Corp, questa realtà oggi produce modelli basati sulla qualità e l’innovazione tecnologica. Impegnandosi altresì a ridurre l’impatto ambientale e sostenere la società al motto di “Harambee” – Tutti insieme.
Il debutto dei modelli Enda nel mercato italiano si sta realizzando grazie all’esperienza e alla professionalità di Marco Rocca, responsabile vendite, che recentemente ha reclutato nel team anche Giorgio Garello in qualità di responsabile tecnico. Ex ultrarunner, istruttore di Fitwalking e nordic walking, personal trainer, Giorgio vanta un’esperienza di diversi decenni come tecnico specializzato in calzature da running per amatori e professionisti.
Insieme a loro la squadra è in continua crescita, con i primi negozi specializzati che hanno creduto e aderito al progetto Enda. Le opportunità sono duplici per entrambe le parti, se da un lato gli specialisti giocano un ruolo fondamentale per un marchio che deve trovare il suo spazio all’interno del mercato, dall’altro i dealer hanno l’opportunità, oltre a vendere un prodotto unico nel suo genere, di raccontare una bella storia. E allora: Harambee!
Intervista a cinque specializzati che hanno aderito al progetto Enda
Verde Pisello – Paolo Fossati
Perché hai scelto Enda Running?
Perché di base Verde Pisello ha sempre cercato di scovare modelli particolari. Certo, i prodotti devono essere di qualità, ma dietro ci deve essere anche una bella storia che faccia “scoccare la scintilla”. L’arrivo di Brooks in Italia nel 2004 coincide con l’apertura del mio negozio. E il mio primo ordine l’ho fatto proprio con Marco Rocca (il modello si chiamava Radius). Il fatto che ora io sia anche il primo negozio di Milano ad avere Enda, sempre grazie a Marco Rocca, è ben augurante. Il brand, esattamente come Brooks, ha caratteristiche che lo rendono moderno e unico, come i colori e il logo molto bello. Anche le canotte le trovo davvero caratteristiche e a breve vorrei vendere anche quelle. Bisogna poi tenere in considerazione che per un marchio piccolo gli specializzati come noi hanno un valore enorme. Per me è un investimento che vale la pena fare, nonostante il momento difficile per il mercato.
Quali sono i primi feedback sui modelli?
È una scarpa da running tradizionale e non è una cosa negativa. Tanti modelli lanciati sul mercato non sono pensati per chi corre, o sono scarpe che dopo 200 km butti via. I modelli Enda sono durevoli, sono scarpe solide, di sostanza. Piccole perle la compongono, a livello di costruzione e grafica. È davvero fatta con il cuore e lo si vede nei dettagli, come gli occhielli colorati con il tricolore. Spesso questi particolari li trovi su limited edition che costano il doppio del normale, ma sui modelli Enda sono sempre presenti.
Quale potrà essere il posizionamento di questo brand sul mercato in un prossimo futuro? Cosa prevedi?
Al di là del lancio iniziale, servirà un’azione di marketing mirata e targettizzata. Enda è forse l’unica storia pulita e veramente nuova che ho visto negli ultimi anni e può ritagliarsi una fetta di mercato. Ha una fortissima connotazione simbolica, sarà sempre un prodotto di nicchia con una sua collocazione e sono sicuro che i negozianti non si sentiranno obbligati a vendere i modelli ma sarà un vero piacere. Noi specializzati abbiamo questa caratteristica: facciamo gli ordini e poi, quando arriva lo scatolone con i prodotti dopo sei mesi, è come se fosse Natale. Ecco, non vedo l’ora che arrivi marzo per vedere in negozio lo scatolone con la freccia, il simbolo di Enda.
Footwoorks – Francesco Scarparo
Perché hai scelto Enda Running?
Footworks si è sempre contraddistinto per la scelta di puntare su marchi emergenti, rendendoli nel tempo una realtà apprezzata e imprescindibile per molti appassionati del running. Già anni fa scelsi di abbracciare il progetto dell’amico Marco Rocca, che lanciò la sfida di raccogliere un brand che in Italia non stava vivendo una fase commercialmente apprezzabile, facendolo diventare il marchio più venduto del Paese. Fummo lungimiranti. Ritengo che Enda abbia le caratteristiche per trovare il suo spazio nell’ampia offerta di prodotti tecnici del mondo running, diventando in breve tempo un marchio di riferimento per molti atleti. Raccogliamo con entusiasmo questa nuova sfida e sono sicuro che sapremo crescere insieme, ancora una volta.
Quali sono i primi feedback sui modelli?
Diciamo che i miei clienti hanno visto solo dei prototipi e sono rimasti molto entusiasti – la scarpa risulta semplice, leggera, ammortizzata e ricca di particolari. C’è molta curiosità intorno al progetto Enda.
Quale potrà essere il posizionamento di questo brand sul mercato in un prossimo futuro? Cosa prevedi?
Come ho già detto prima, Enda saprà ritagliarsi il suo spazio nel mercato, inserendosi tra i grandi brand del running e soddisfacendo le esigenze dei runner. Un progetto innovativo come questo, per durare nel tempo, dovrà guadagnarsi la fiducia del cliente finale e, soprattutto, non tradirla. Questa è la sfida più grande che attende il marchio. Il Kenya ci ha mostrato come la corsa spesso non abbia bisogno di scarpe per essere efficace e poter avere la prima scarpa progettata e realizzata in questo Paese è la vera rivoluzione. Sapere che la produzione di Enda è solidale e con un impatto positivo su tutta la comunità kenyana, è il valore aggiunto al progetto. Comprando questi modelli si potrà sostenere la crescita e lo sviluppo di un popolo che non è solo corsa, ma molto di più.
Potete continuare a leggere le interviste sul numero 12/2020 di Running Magazine
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