
Il Trailrunning Team Vibram si amplia con la presenza di Riccardo Montani. Il giovane atleta ha fatto il suo brillante esordio con un secondo posto alla scorsa UTLO, abbracciando i valori del brand con passione e dedizione
Classe 1992 e cresciuto sulle sponde del Lago di Orta, Riccardo ha affrontato la “sua” UTLO a metà ottobre come un’importante prova per dimostrare al nuovo team di avere i requisiti giusti per farne parte. Montani ha la genuinità e la passione di un giovane atleta innamorato della corsa a cui dedica gran parte della sua vita. Requisiti a cui l’azienda di Albizzate (VA) tiene molto, che valorizza e che utilizza per portare alla luce i valori che tengono uniti e accomunano tutti gli atleti del Trailrunning Team Vibram. Ce lo raccontano Nicola Faccinetto, sport innovation marketing specialist del brand e Riccardo Montani, nelle interviste che seguono.

Nicola Faccinetto
Nicola Faccinetto, sport innovation marketing specialist
Riccardo Montani si unisce alle “eccellenze” del Trailrunning Team Vibram. Come è arrivato nella squadra?
Riccardo lo conosciamo da anni, ha spesso gareggiato all’UTLO e due anni fa ha vinto la nostra Maremontana. Sapevamo che è tra gli atleti più forti del panorama italiano. Così, poiché ogni anno cerchiamo di inserire uno o due trail runner per consolidare e ringiovanire la squadra, abbiamo subito pensato a lui. Un giovane italiano che si aggiunge a un team di eccellenza.
Un commento sull’ultima UTLO, dove Riccardo è arrivato secondo. Com’è andato l’evento per il vostro team?
L’UTLO è andato molto bene. È un evento a cui siamo molto vicini, organizzato dalla nostra ex atleta Yulia Baykova e tra i più importanti del panorama italiano. Siamo davvero soddisfatti per il risultato di Riccardo, ma anche per gli altri atleti del team. Nella 55K sul podio ci sono due dei nostri: Riccardo Montani (secondo) e Garcia Terrones Sergi (terzo). Il Vertical è stato vinto da Vicent Loustau altro nostro membro del team. Ribadisco che siamo molto soddisfatti di Riccardo e siamo sicuri che in futuro possa portare ottimi risultati.
Oltre all’amore per la corsa in natura, quali requisiti deve avere un atleta per far parte del team?
L’obiettivo è raggiungere il cosiddetto “Team Spirit”. Siamo riconosciuti a livello internazionale per aver creato una famiglia. Non siamo quelli che strapagano gli atleti per poi metterli sotto pressione. Chi entra in squadra ha una visione allineata con quella della nostra azienda, apprezza il brand e i valori che condivide. Il nostro gruppo è composto da atleti provenienti da ogni parte d’Europa, ed è molto affiatato. Lo si vede con la presenza agli eventi, dove ci muoviamo in gruppo e si percepisce il nostro affiatamento.
Parlando di prodotto, quanto e come contribuiscono i vostri atleti nello sviluppo e messa a punto dei modelli di calzature e dell’attrezzatura?
Gli atleti giocano un ruolo fondamentale perché sono i veri utilizzatori dei nostri prodotti. Il tester team collabora con il dipartimento di ricerca e sviluppo. Vengono fatte continue prove in campo prima di immettere un modello sul mercato. Del resto i runner sono i tester più adatti e credibili per costruire un prodotto perfetto per loro. Spesso capita di sviluppare delle suole proprio partendo dalle necessità degli atleti. Gli ultimi quattro prodotti che abbiamo proposto agli eventi tramite il nostro Innovation Mobile Lab, sono stati sviluppati tutti partendo dalle richieste degli atleti del Trailrunning Team Vibram.
A livello di comunicazione invece, che contributo danno gli atleti nel veicolare i valori del brand alla community?
Scegliamo gli atleti che possano rappresentare al meglio il brand attraverso i valori, l’heritage, la performance. Una volta che ci sono questi requisiti, diventano automaticamente gli endorser perfetti. Sappiamo che oggi l’atleta moderno deve considerare la comunicazione e avere un minimo di conoscenza di utilizzo dei social, questo è fondamentale per essere non solo forte, ma anche riconosciuto. Noi come Vibram siamo strutturati per poterli sostenere anche in questo aspetto. Già solo il fatto di presenziare agli eventi di UTMB World Series, di cui siamo partner, li aiuta ad avere una visibilità maggiore. Se poi realizzano anche una buona performance, a livello di comunicazione ottengono sicuramente ottimi risultati.
Organizzate dei meeting annuali e dei team building per riunire gli atleti, e se si, come sono organizzati?
Cerchiamo di unire la presenza alle gare a momenti di team building. Quest’anno l’appuntamento è stato all’Istria 100 by UTMB, il prossimo anno ci riuniremo al Chianti Ultra Trail by UTMB. In queste occasioni ci raduniamo con tutto il team internazionale, anche con gli atleti americani e cinesi, per creare un momento unico. Sono occasioni preziose per conoscersi, creare contenuti di valore, correre insieme. In genere affittiamo una casa, dove la condivisione degli spazi diventa un grande momento di confronto, per conoscersi meglio e condividere esperienze.
Riccardo Montani, nuovo ambassador Trailrunning Team Vibram
Come sei diventato un atleta di ultra trail?
Sono un atleta che proviene del mondo del calcio, ci ho giocato fino ai 20- 23 anni. Pian piano però la corsa ha prevalso. Poi un giorno mio zio mi ha fatto scoprire la bellezza di correre nei sentieri e non ho più smesso, fino a quando ho esordito alla mia prima UTLO nel 2012, la gara di casa. Da quella esperienza in poi ho iniziato a partecipare sempre di più finché, nel 2017, finita l’università, ho spinto sull’acceleratore. I risultati sono arrivati con diverse vittorie, come le Finestre di Pietra e poi il Bettelmatt Ultra Trail, il terzo posto al Sentiero 4 Luglio. Nel frattempo sono cresciuto, atleticamente parlando, fino ad arrivare secondo ai Campionati Italiani di Trail Long e ventesimo ai mondiali in Thailandia.
Prima di approdare in Vibram per chi correvi?
Ho iniziato collaborando con Salomon per quattro anni, poi ho cambiato quando ho ricevuto la proposta del Dinamo Trail Running Team. Mi sembrava un progetto stimolante e inoltre i team manager erano anche i miei allenatori, motivi per cui ho deciso di abbandonare Salomon. Purtroppo però l’esperienza non è andata bene, dopo neanche un anno il progetto è stato liquidato da chi lo ha messo in piedi, per ragioni puramente economiche. Dal punto di vista della performance non c’erano problemi, gli atleti del team erano forti. Sembra invece che sia mancata la capacità di sfruttare al meglio la nostra immagine. Parliamo di un problema che per me era tranquillamente superabile, ma di base non c’è stata la volontà di andare avanti.
E in Vibram come ci sei arrivato? Cosa significa per te entrare in una squadra considerata l’eccellenza del trail running?
Conoscevo già Jerome, tramite la Maremontana, la loro gara. A fine stagione mi è stato chiesto se fossi interessato a entrare nel loro team di atleti. Poi è arrivata la proposta di ingaggio e ho accettato. La prima competizione ufficiale che ho affrontato con la loro “divisa” è stata proprio la UTLO, la distanza principale di 55 km. Ero molto motivato a fare un buon risultato per ringraziarli, per aver riposto fiducia un me. Ed è andata benissimo, un secondo posto combattuto fino alla fine. Ne è scaturita una bagarre per il podio che ci ha portato a correre tutti forte. Sono molto soddisfatto di aver ritrovato i miei ritmi proprio all’esordio con il Trailrunning Team Vibram. Una squadra di portata internazionale è una novità per me. Mi consente di poter conoscere atleti di altre nazioni di tutto il mondo e di poter quindi avere un confronto che va al di là delle prestazioni atletiche. Inoltre mi consente di poter partecipare alle gare dell’UTMB World Series di cui Vibram è partner. Tutto questo per me è molto stimolante.
La corsa è il tuo lavoro a tempo pieno? Quanto dedichi all’allenamento nella giornata?
No, sono un fisioterapista. Ma lavoro all’80% del full time e ho un giorno libero alla settimana che è il venerdì. Questo mi agevola soprattutto nei weekend delle gare, perché posso prepararmi al meglio. Inoltre, durante la mia giornata lavorativa normale smetto di lavorare alle 16:30. Così ho tempo per andare a correre, mentre la pausa pranzo la sfrutto per fare esercizi di rinforzo muscolare. In inverno, invece, corro sempre sei giorni su sette. Se i sentieri innevati sono bui, opto per la corsa su strada.
Quali modelli di calzature hai già provato?
Per ora ho corso con Kailas e mi trovo molto bene con la Kjerag di Nnormal. Un altro vantaggio di lavorare in un’azienda che è leader nella progettazione e produzione di suole, è quella di poter scegliere più modelli di più brand. Accumunati tutti dalla tecnologia Megagrip, che sui terreni difficili e sul bagnato è sempre una grande sicurezza.
Cristina Turini
Credit_ Claudio Bellosta Studio