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Come di consueto, il primo numero dell’anno di Running Magazine rappresenta un’interessante occasione per tracciare il bilancio dei 12 mesi appena trascorsi. Che inevitabilmente influenzeranno anche i prossimi. A questo proposito, una preziosa cartina al tornasole è l’attesissima inchiesta realizzata interamente dalla nostra redazione, vale a dire “La Carica dei 101”: schede molto dettagliate realizzate intervistando altrettanti punti vendita specializzati del nostro settore. Se il 2021 si era concluso, al pari del 2020, con tanti sorrisi motivati dagli ottimi risultati di vendita e dalla crescita del mercato sotto vari punti di vista, le ultime rilevazioni indicano sentimenti ben più contrastanti. La prima metà della nostra inchiesta evidenzia, infatti, come solo il 25% degli interpellati si sia rivelato soddisfatto del 2022. Il rimanente 75% si divide tra un sentimento di rassegnata indifferenza e una più malinconica tristezza.

Perché mai i vari effetti benefici sul mercato che tante volte abbiamo raccontato sui numeri passati si sono affievoliti o addirittura evaporati? Dalle nostre analisi e dalle dichiarazioni dei negozi interpellati troverete le risposte. Che cerchiamo qui di riassumere per punti principali. Innanzitutto l’intricato nodo degli ordini: i vari ritardi che hanno interessato quasi tutti (dai brand alla distribuzione) hanno generato, prima, una mancanza di prodotti e, poi, talvolta anche sovrapponendo le consegne di differenti stagioni, una loro sovrabbondanza.

Risultato: molti magazzini pieni e un effetto domino negativo anche sugli ordini successivi (talvolta annullati). In alcuni casi la forte tentazione, se non la scelta deliberata, di scontare maggiormente i prodotti per alleggerirsi della merce ma a costo di perdere gran parte della marginalità. Insomma, se non possiamo parlare di vera e propria tempesta perfetta, possiamo dire senz’altro che un forte temporale c’è stato. E non ha risparmiato quasi nessuno. Se poi ci aggiungiamo l’aumento dei listini (in media del 10% e anche più), una diminuzione dei runner agonisti e degli iscritti alle gare, nonché una minor frequenza di acquisto da parte dei clienti, potremmo pensare che il settore running stia vivendo un periodo difficoltoso se non recessivo. È proprio così?

Certo le problematiche ci sono e senz’altro ci accompagneranno anche per l’inizio del 2023. Ma è dovere di ogni operatore compiere un’analisi a tutto campo e non focalizzarsi solo sugli aspetti negativi, ma anche sulle buone notizie e sulle opportunità. Che in un mercato ormai molto consolidato, ricco e in continua evoluzione come quello della corsa certamente non mancano mai, anche nei momenti dove il segmento tira meno. In primis le situazioni di cui sopra hanno portato molti retailer ad ampliare la gamma dei fornitori e cercare nuove proposte sul mercato, aprendo quindi nuove possibilità di collaborazione. Inoltre, se è pur vero che i numeri degli eventi competitivi sono lontani dagli anni pre-Covid (discorso che vale soprattutto per la strada), è altrettanto evidente che i praticanti non sono certo diminuiti, ma si è confermato o in alcuni casi è pure aumentato.

Certo si tratta di un pubblico molto eterogeneo, composto da un gran numero di neofiti, con esigenze tecniche e frequenza di spesa quindi diverse da quelle del runner di medio e alto livello. Lo conferma anche il trend di crescita dei camminatori, che anche nel 2022 è continuato in misura importante. Tanto che per molti negozi ormai il 40-50% dei clienti è composta da chi sceglie una scarpa da running tecnica per camminare, in misura più o meno intensa. Si potrebbe pensare che questo in qualche modo “impoverisca” il settore del running puro e più classico. In realtà ci piace pensare che partendo dal walking molte persone possano approcciarsi anche ad altre attività sportive (o magari alternarle), in primis la corsa nelle sue varie sfaccettature.

Di certo quanto accaduto nel corso del 2022 ci insegna, ancora una volta, l’importanza di non farsi prendere troppo dai facili entusiasmi rischiando di andare fuori giri in termini di forecast, programmazioni, vendite. Senz’altro il 2023 premierà chi saprà portare avanti scelte oculate e rapporti di vera e reciproca collaborazione, magari rinunciando anche a qualche vendita pur di non sovraccaricare ancora il mercato. Sarà forse l’anno del ritorno ai “piedi per terra” e di un prevedibile rallentamento della corsa. Che certo non significa rinunciare al traguardo, ma arrivarci magari (ne riparliamo a fine 2023…) meno affaticati e più sorridenti.

Benedetto Sironi
benedetto.sironi@sport-press.it