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Cosa pensano i runner della corsa? Lo rivela un sondaggio commissionato da Brooks Running all’agenzia di ricerche di mercato EM Onderzoek. Oltre 5.500 gli intervistati EMEA, di cui 832 italiani. Oltre ai dati EMEA generali, sono stati esaminati anche quelli specifici per Paese. Ne è emerso che l’82% degli italiani ama la sensazione che si prova dopo aver corso. Solo al 27% dei runner nostrani non piace particolarmente la corsa come attività fine a sé stessa, ma la pratica semplicemente come forma di allenamento, una percentuale nettamente inferiore alla media europea. L’Italia, inoltre, è l’unico Paese in cui le donne corrono più spesso degli uomini (il 59% delle donne corre da due a cinque volte a settimana, contro il 41% degli uomini); per il 66% la corsa è più di uno sport e il 72% vorrebbe correre più spesso; i runner italiani sono anche quelli che si annoiano meno a correre; solo il 35% degli italiani non corre perché non si sente sicuro a farlo da solo, mentre la media europea è del 55%. Insomma, dati per certi versi sorprendenti e diremmo confortanti, che ci rivelano come in Italia si corra più volentieri e anche meglio di quanto ci si immagini (anche in pista… come ha inequivocabilmente dimostrato anche il recente, bellissimo argento del nostro quartetto nella 4×100 ai Mondiali di atletica a Budapest).

Tanti come di consueto gli altri spunti che trovate nelle prossime pagine. A (ri)cominciare dal Fansometro, vero e proprio marchio di fabbrica del nostro gruppo (come La Carica dei 101). Un utile strumento che periodicamente vi proponiamo per analizzare la presenza sui social dei brand attivi nel settore running, evidenziando trend, variazioni, engagement e altri fattori. Facebook rimane la piattaforma più utilizzata, con 2.958 miliardi di persone. Seguono YouTube, WhatsApp e Instagram. La rapida crescita di TikTok non mostra segni di rallentamento. Fondamentale considerare però i dati demografici. Facebook è il social più utilizzato da Boomer (1946-1964) con oltre il 18%, Generazione X (1965-1980) e Millennial (1981- 1996). Instagram si conferma l’ambiente social preferito dai Millennial e dalla Generazione Z (1997-2012). Di TikTok il report offre un quadro parziale perché l’età minima presa in considerazione sono i 16 anni e i tiktoker si trovano per la maggior parte nella fascia d’età precedente. In Italia, la classifica dei social più usati vede la conferma di WhatsApp (89,1% vs il 90,8% del ’22). Al secondo posto Facebook (77,5% vs il 78,6% dell’anno scorso) e al terzo Instagram (72,9% vs 71,4%). Per i numeri relativi ai singoli marchi vi rimandiamo all’analisi delle pagine 14-15.

A proposito di numeri: davvero eclatanti quelli che riguardano la 20esima edizione dell’UTMB, che quest’anno abbiamo avuto il piacere di vivere per tutta la sua durata e che ci ha regalato emozioni davvero epiche, con la prima, storica vittoria di un americano, per il quale questa gara era diventata ormai una (piacevole o meno) ossessione: Jim Walmsley ha così sfatato questa piccola “maledizione”, precedendo il connazionale Zach Miller, per una festa che si è trasformata in un trionfo a stelle e strisce con la parallela vittoria in campo femminile della strepitosa Courtney Dauwalter che a Chamonix ha chiuso il Grande Slam: Western States, Hardrock e UTMB vinte in una sola estate. Pazzesco. Non a caso proprio a questo bellissimo evento abbiamo scelto di regalare la nostra copertina. Numeri, dicevamo: otto gare, 10.000 atleti accreditati, 118 nazioni rappresentate, 2.500 volontari coinvolti, tre nazioni toccate, 487 km di tracciato balisato, 172 brand tecnici accreditati, live race no stop delle tre finali in più lingue con 2 milioni di visualizzazioni durante la diretta, oltre 2,5 milioni di interazioni sulle piattaforme dell’evento, 3 milioni di utenti raggiunti e 24 milioni di pagine viste. A tutto ciò aggiungiamo oltre 1 milione di fan sui social network ufficiali dell’evento e una copertura stampa due volte superiore a quella del 2022 con quasi 2.000 articoli pubblicati in una settimana, grazie alla presenza di 436 giornalisti accreditati e 49 influencer provenienti da 27 differenti Paesi. Cifre che rendono bene l’idea di quello che a ragione è considerata la Maratona di New York del trail e che non è così azzardato paragonare ad appuntamenti ben più grandi e mediatici come il Tour del France o il Roland Garros (guarda caso gli unici due eventi sportivi più seguiti in Francia rispetto all’UTMB). Anche la folla in alcuni punti della gara (e non solo nel centro di Chamonix) pareva quella delle grandi classiche del ciclismo. A conferma che anche il trail running si sta sempre più conquistando un ruolo prestigioso nell’Olimpo degli sport che contano (con o senza Olimpiadi).


Benedetto Sironi
benedetto.sironi@sport-press.it