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Lo scorso luglio l’UFI – The Global Association of the Exhibition Industry, la principale associazione a livello mondiale che rappresenta organizzatori di fiere e operatori di centri espositivi, ha pubblicato i risultati della 25° edizione del suo Global Exhibition Barometer. Si tratta di un rapporto semestrale che valuta l’impatto delle condizioni economiche sugli sviluppi del settore delle esposizioni fieristiche a livello mondiale. Indagine quest’anno dedicata a registrare gli effetti causati dalla pandemia del Covid-19 sul sistema fieristico internazionale e, sulla base dei dati raccolti, coglierne percezioni e possibili evoluzioni future.

I risultati dell’indagine UFI sullo stato del sistema fieristico italiano si basano su un campione di 14 enti organizzatori e aziende partecipanti. Tra le questioni indagate rientrano i seguenti temi.

Riapertura delle manifestazioni fieristiche

Secondo il 47% dei rispondenti all’indagine, le esibizioni internazionali si sarebbero potute svolgere già a partire dalla seconda metà del 2020 (periodo compreso tra settembre e dicembre). Il 36% ritiene invece che potranno ricominciare solo a inizio 2021.

Ricavi 

Nel confronto tra il 2019 e il 2020 emerge il duro impatto subito dal sistema fieristico italiano. Se nel 2019 il 63% dei rispondenti ha registrato aumenti in termini di profitto maggiori del 10%, nella prima metà del 2020 il 33% è andato incontro a perdite nette e il 44% ha registrato una forte riduzione dei ricavi (con un range compreso tra 11% e +50%).

Riduzione dei costi e supporto finanziario pubblico 

A fronte di tale andamento, il 79% ha adottato misure per contenere i costi operativi. In termini invece di supporto finanziario pubblico:

  • il 64% dichiara di non aver ricevuto alcuna forma di sostegno
  • il 36% supporti minori al 10% dei costi totali sostenuti nel 2019

Digitalizzazione 

Come sostenuto dal 63% dei rispondenti, la pandemia ha avuto un forte, o quantomeno significativo, impatto sull’attività di investimento verso la digitalizzazione. Inoltre, il 90% considera essenziali gli investimenti pubblici nella digitalizzazione e nel virtuale.

Format futuri: face to face o eventi virtuali? 

    • Il 64% conferma il valore degli incontri face to face e il 55% risulta essere scettico sulla sostituzione degli eventi fisici con gli eventi virtuali (solo il 9% lo dà per certo).
    • In linea con quanto rilevato a livello europeo, circa il 55% ritiene che molto probabilmente ci saranno meno eventi fisici internazionali e, tendenzialmente, meno partecipanti.
    • L’84% ritiene sicuro o molto probabile il futuro svolgimento delle manifestazioni fieristiche in modalità ibrida.

di: Manuela Barbieri

Fonte: Confindustria/ 25th UFI Global Exhibition Barometer / July 2020