
Esce oggi, 13 aprile, il libro Correndo nell’aria sottile, presente nelle migliori librerie edito da add editore. Scritto da un antropologo inglese, Michael Crawley, è un racconto di 15 mesi passati a correre con i corridori etiopi. Sugli altipiani, di notte, cercando di evitare le iene, provandosi su tempi incredibili, seguendo storie e credenze, destini e allenamenti.
Sport, ricerca, racconto e studio: questo è il mix che si può trovare all’interno delle pagine sapientemente scritte da Michael Crawley che si è allenato in Etiopia correndo a fianco di atleti di tutti i livelli, da guardiani notturni speranzosi di cambiare le proprie vite a maratoneti di caratura mondiale.
Capire quale sia la forza, antica e potente, che la corsa alimenta in quella regione dell’Africa è quello che ha spinto l’antropologo a porsi delle domande: perché per i corridori etiopi ha senso alzarsi alle 4 del mattino e allenarsi a 3000 metri di altezza? Perché pur di farlo corrono su un terreno ripido, roccioso e infestato dalle iene? E qual è il modo migliore di correre in una foresta?
Correndo nell’aria sottile unisce sport e antropologia nel racconto di un mondo fatto di visioni, miti e leggende, fra allenamenti e sfide, destini e grandi imprese. Con la speranza di essere chiamati a una gara internazionale e di chiuderla con un tempo memorabile che permetta di entrare nel numero di “quelli che ce l’hanno fatta”.
Il resto è fatica, piacere, respiro
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