
Nata nel 2013 dall’intuizione e dalla passione per il mondo trail di Tommaso De Mottoni, La Corsa della Bora è stata una delle poche gare che, a gennaio 2020, non ha dovuto fare i conti con il Covid. Non ancora, per lo meno.
Svolgendosi a inizio anno la competizione si è tenuta regolarmente e, anzi, ha raggiunto quota 2.170 iscritti, confermandosi tra le gare trail (categoria ultra) più importanti d’Italia, alle spalle della LUT.
Nonostante l’emergenza l’edizione 2021 non è stata annullata. L’organizzazione ha lavorato per l’intera estate, a livello teorico ma soprattutto con prove pratiche, per redigere un protocollo che ne permetta lo svolgimento con tutte le precauzioni imposte dalla situazione sanitaria.
Un protocollo che, anzi, potrebbe essere esteso a tutte le gare indipendentemente dall’emergenza Covid, come ci ha spiegato in questa intervista il suo organizzatore. Inoltre, ogni partecipante iscritto, sottoposto a tampone, avrà la possibilità di regalarne uno (a un costo davvero irrisorio, cinque euro) alle scuole della provincia in modo da agevolare la continuità didattica.
Ciao Tommaso, cosa c’è dietro la scelta di non annullare (come fanno in molti) la competizione?
Pur rispettando la scelta degli organizzatori che hanno deciso di annullare le loro competizioni, credo che la vera responsabilità sia agire in modo responsabile – e sottolineo agire – non far finta che il problema non esista o, all’estremo opposto, annullare le gare. Agire responsabilmente significa soddisfare un’esigenza, quella del runner che ha voglia e bisogno di correre, mettendolo in condizione di farlo in sicurezza.
Come è possibile ottenere questo risultato?
Siglando un accordo con l’Azienda Sanitaria Locale e con la regione Friulia Venezia Giulia, abbiamo deciso di effettuare tamponi su tutti gli atleti – qualora al momento della gara il Dpcm lo imponesse – a un prezzo basissimo (15 euro l’uno, cioè a prezzo di costo) e di dare la possibilità a ognuno di loro, aggiungendo solamente cinque euro su ogni iscrizione, di regalare un ulteriore tampone alle scuole della provincia. Inoltre abbiamo lavorato per redigere un protocollo anti-Covid che mira a creare delle condizioni tali per cui “fare quella determinata cosa” (ciò tenere atteggiamenti rispettosi delle norme igienico sanitarie imposte dall’emergenza) sia l’unica soluzione percorribile. Tale approccio garantisce quindi non solo l’osservanza naturale delle prescrizioni, ma anche la creazione di un nuovo schema di comportamento che, con il tempo, potrebbe diventare una nuova routine di comportamento. Il 1° novembre 2020 si è tenuta un’esercitazione pratica sull’applicazione delle misure di prevenzione alla diffusione del Covid19, nel contesto di una manifestazione sportiva su un campione di 100 runner. Su 75 che hanno risposto al questionario post gara, nessuno si è dichiarato insoddisfatto e il 30% ha dichiarato che correre col nuovo protocollo Covid è addirittura meglio che senza.
Potete continuare a leggere l’intervista sull’ultimo numero di Outdoor Magazine
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