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Come ben sappiamo, l’emergenza sanitaria e il conseguente lockdown hanno costretto l’annullamento o il posticipo degli eventi già in programma. Ma, a inizio estate, il lento ritorno alla normalità avviato con la decantata fase 2 ha risvegliato anche un tiepido ottimismo, che ha spinto organizzatori, atleti e sponsor a ipotizzare una ripresa delle gare. Se fino a giugno le speranze di partecipare a qualche competizione erano poche, col tempo la situazione è cambiata e quelle disputate fino a oggi, nel rispetto delle norme previste, hanno raggiunto comunque un buon numero.

Una “finestra di bel tempo” che sembrava essere il preludio di un ritorno alla normalità, ma che in realtà si è rivelata essere un’illusione, concretizzatasi con l’ultimo decreto di domenica 25 ottobre, che ha reso nuovamente difficile la pianificazione di altre gare, come sottolineato da Paolo Germanetto, responsabile tecnico Fidal corsa in montagna, trail e ultradistanze.

Abbiamo voluto intervistare chi ha continuato a crederci e ha permesso ad amatori e professionisti di attaccarsi il pettorale e tornare a competere: il presidente di Garda Trentino Trail Matteo Paternostro e il direttore di gara di Bettona Crossing Luca Brustenghi.

(Tutte le interviste risalgono al periodo precedente all’approvazione del nuovo Dpcm)

 

Una finestra di ripresa: Hoka One One al Garda Trentino Trail e al Bettona Crossing 3

Matteo Paternostro, presidente Garda Trentino Trail

Gara: Garda Trentino Trail
Data: 19 settembre 2020
Luogo: Arco (Tn)
Percorsi: 60/42/30-11
Sponsor tecnici: Hoka One One e Wild Tee
Sito web: gardatrentinotrail.it
Canali social: Facebook, Instagram e YouTube

Il periodo che stiamo vivendo vi ha sicuramente messo a dura prova e per resistere ci vuole tanta motivazione e passione. Quando avete scelto di confermare la gara e cosa vi ha spinto a farlo?
Ai primi di agosto abbiamo scelto di confermare la 5ª edizione, dopo esserci confrontati a lungo con gli uffici della Provincia Autonoma di Trento ed i vertici Fidal. Solo lì abbiamo avuta una ragionevole certezza sulla possibilità di poter correre a settembre.

Quant’è la responsabilità che vi siete dovuti assumere per garantire lo svolgimento della gara? Avete avuto supporto o tutela da qualche ente?
La responsabilità che grava sulle spalle del comitato organizzatore è sicuramente tanta, ma è altrettanto mitigata se si seguono passo passo le linee guida predisposte dagli enti, in questo caso quelle di Fidal e PAT.

Con il senno di poi rifareste la gara?
Certamente. Il nostro territorio vive di turismo e di eventi sportivi e per noi la possibilità di restituire quanto negli anni passati abbiamo ricevuto è stata una spinta importante.

Quali sono le normative imposte (partenza, ristori, villaggio, ritiro pacco gara, premiazione)? Come vi siete organizzati per rispettarle?
Come già detto, le linee guida dei vari enti preposti aiutato molto. Tutti gli aspetti organizzativi hanno subito delle variazioni, nessuno escluso. Ma è bastato seguire quando proposto e cercare di attuarlo usando il buon senso e confrontandosi con gli stessi enti per cercare di fare le cose al meglio, visto che per tutti quanti era ed è una situazione nuova.

Ci sono accorgimenti imposti dal Covid che si sono rivelati positivi per la gara e che quindi potreste mantenere in vigore anche nelle prossime edizioni, al termine dell’emergenza?
Probabilmente la gestione “pulita” dei ristori, per cui si è visto un alto livello di igiene che sarebbe auspicabile ripetere anche i prossimi anni.

A livello numerico: iscrizioni? Maggioranza di donne o uomini?
Le iscrizioni sono state 750, in calo rispetto agli altri anni. Ma è anche vero che il numero è stato volutamente tenuto basso per essere sicuri di riuscire a gestire le operazioni senza spiacevoli sorprese. Ad iscrizioni chiuse abbiamo dovuto comunque dire di no a molti altri atleti. Come sempre i partecipanti sono stati per due terzi uomini e un terzo donne.

Alcuni organizzatori ci hanno raccontato di record di iscritti. Associate questo fenomeno a una riduzione del numero di gare e conseguente concentrazione in quelle confermate o all’aumento della pratica della disciplina?
Direi che la mancanza di gare ha giocato un ruolo fondamentale: poche gare tra cui scegliere portano molti atleti in quelle che ci sono.

Per molti, la vostra potrebbe essere stata la prima gara, o una tra le prime, dopo lo stop: cos’avete notato nel loro comportamento? Vi sembrano preoccupati, carichi, poco allenati, molto allenati…?
L’avvicinamento alla gara è andato per gradi: a inizio agosto la paura faceva ancora da padrona, tanto che verso fine mese moltissimi hanno chiesto il cambio di distanza, passando da una lunga ad una più corta. Nelle ultime due settimane invece i timori sono spariti e – una volta capito che la gara si sarebbe svolta – si è notato una crescita importante nel numero di iscritti.

C’è stato rispetto delle norme?
Sì, la cosa bella è stato ricevere i complimenti per il rispetto delle norme nella settimana post gara. Questo è stato merito anche degli atleti che hanno rispettato senza problemi le poche e semplici regole che ormai conosciamo tutti.

Molti brand a causa dell’emergenza hanno bloccato i budget destinati alle gare, Come si sono comportati i vostri? Cosa ne pensate a riguardo? Quanto conta per voi la loro presenza?
La loro presenza conta ovviamente moltissimo. Sia Hoka One One che Wild Tee non solo hanno appoggiato la nostra idea di spostare la data (originariamente prevista per metà maggio), ma ci hanno confermato la loro presenza e il loro sostegno fin da subito. Siamo grati di questo, perché sono scelte coraggiose e per nulla scontate.

Avete ricevuto supporto anche da altri enti locali o regionali?
Noi operiamo in una provincia autonoma ed il supporto non manca mai. Gli uffici sono sempre a disposizione e quest’anno l’assessorato allo sport e turismo della PAT con l’assessore Roberto Failoni e il suo capo di gabinetto Michele Bella sono stati insostituibili.

 

Una finestra di ripresa: Hoka One One al Garda Trentino Trail e al Bettona Crossing 4

Luca Brustenghi, direttore di gara

Gara: Bettona Crossing
Data: 26 settembre 2020
Luogo: Bettona (Pg)
Percorsi: Ultratrail 50K – Shortrail 20K
Sponsor tecnici: Hoka One One
Sito web: umbriacrossing.com
Canali social: Facebook e Instagram “Umbria Crossing”

Il periodo che stiamo vivendo vi ha sicuramente messo a dura prova e per resistere ci vuole tanta motivazione e passione. Quando avete scelto di confermare la gara e cosa vi ha spinto a farlo?
Sicuramente la passione è stata la motivazione più forte, ma anche la consapevolezza di essere un team importante, che lavora professionalmente tutto l’anno intorno all’evento e che ha voluto celebrare, in un momento delicato, la nostra regione.

Quant’è la responsabilità che vi siete dovuti assumere per garantire lo svolgimento della gara? Avete avuto supporto o tutela da qualche ente?
Una grande responsabilità ma con la consapevolezza di non essere soli, ma insieme al Comune di Bettona e con la Regione al nostro fianco. Inoltre, da quest’anno abbiamo siglato un’importante partnership con Federfarma, con l’obiettivo comune di promuovere la pratica sportiva.

Con il senno di poi rifareste la gara?
Qualora le condizioni e la normativa ce lo permettessero non avremmo la minima esitazione. Questa edizione rimarrà nella nostra storia, una pietra miliare. È raro che un evento complesso come Bettona Crossing sfugga ad ogni commento critico, ma è quello che è successo e visto questo risultato stiamo valutando l’inserimento di una terza distanza (75 km) per l’edizione 2021.

Quali sono le normative imposte (partenza, ristori, villaggio, ritiro pacco gara, premiazione)? Come vi siete organizzati per rispettarle?
Abbiamo seguito le direttive del Governo e della Fidal e devo ammettere che è stato molto stimolante. Inoltre, tutti i partecipanti hanno collaborato, si sono comportati nel massimo rispetto delle direttive ed hanno apprezzato il nostro protocollo. I ristori non prevedevano cibi sfusi ma sigillati, così come le bottigliette di acqua, che erano riservate per ciascun partecipante.

Ci sono ulteriori accorgimenti che avete messo in atto e che vanno oltre le normative?
Una volta tagliato il traguardo, abbiamo previsto un punto gel sanificante per tutti i concorrenti e in quel momento consegnavamo a tutti una mascherina nuova. Poi gli atleti che ritiravano la medaglia la indossavano da soli.

Ci sono accorgimenti imposti dal Covid che si sono rivelati positivi per la gara e che quindi potreste mantenere in vigore anche nelle prossime edizioni, al termine dell’emergenza?
Molti accorgimenti e spunti interessanti avranno una continuità anche quando il virus sarà sconfitto. Ad esempio i ristori con i cibi sigillati sono molto più igienici e sportivi e potrebbero rappresentare un’alternativa interessante sulla quale lavorare. Inoltre, torneremo alle bottiglie grandi, quindi al bicchiere personale obbligatorio, per preservare il più possibile l’ambiente.

A livello numerico: iscrizioni? Maggioranza di donne o uomini?
Abbiamo avuto 400 iscritti, il numero massimo di iscrizioni previsto, anche se senza restrizioni avremmo potuto superare i 600 partecipanti. Gli uomini erano in maggioranza, provenienti da tutte le regioni italiane.

Alcuni organizzatori ci hanno raccontato di record di iscritti. Associate questo fenomeno a una riduzione del numero di gare e conseguente concentrazione in quelle confermate o all’aumento della pratica della disciplina?
Ritengo che questo nostro successo sia dovuto alla combinazione di una bella gara, che ormai ha una solida reputazione, e all’aumento degli appassionati a questa disciplina. Ma secondo me anche la nostra regione ha giocato un ruolo importante, con la sua rete infinita di sentieri fra loro collegati che la rendono una palestra a cielo aperto.

Per molti, la vostra potrebbe essere stata la prima gara, o una tra le prime, dopo lo stop: cos’avete notato nel loro comportamento? Vi sembrano preoccupati, carichi, poco allenati, molto allenati…?
Sicuramente per moltissimi Bettona Crossing è stata la prima occasione di indossare nuovamente un pettorale e infatti in partenza si percepiva una grande emozione. Credo che l’allenamento, per una volta, sia passato in secondo piano, perché l’obiettivo era esserci, tornare a correre e tagliare il traguardo. Quest’anno la corsa è andata oltre il gesto atletico.

C’è stato rispetto delle norme?
Tutti hanno rispettato le norme nel pieno rispetto del piano organizzativo che abbiamo predisposto.

Molti brand a causa dell’emergenza hanno bloccato i budget destinati alle gare, Come si sono comportati i vostri? Cosa ne pensate a riguardo? Quanto conta per voi la loro presenza?
Sono nato e cresciuto con l’idea che un grande evento lo fanno grandi sponsor, e non solo per l’aspetto economico. Calcolare il costo contatto è importante, ma le operazioni magiche, quelle che cambiano la storia di un’azienda o di un evento, sono frutto dell’emozione, dell’intuito, della cura dell’immagine e della passione. Sto cercando a Bettona Crossing di mettere in pratica questo consiglio, puntando sui dettagli, sulla cura estetica dell’evento, sul gesto atletico, sull’ospitalità, sulle relazioni strategiche… Sono convinto che le grandi aziende come Hoka One One apprezzino sempre di più l’attitudine a fare un evento in questo modo e, d’altra parte, la loro presenza di è fondamentale non solo per tutto il supporto che ci dà, ma per la possibilità di legare il nostro brand alla loro immagine internazionale.

Avete ricevuto supporto anche da altri enti locali o regionali?
Abbiamo avuto un supporto economico dal Comune di Bettona che ci sostiene con grande determinazione. Il sindaco con il nostro aiuto vuole trasformare il suo territorio in un paradiso per gli amanti di trail, mountain bike e trekking. Venire nella terra di San Francesco farà bene al corpo ed allo spirito.

 

Una finestra di ripresa: Hoka One One al Garda Trentino Trail e al Bettona Crossing 5

Simone Ponzani, ceo artcrafts, distributore di Hoka One One per l’Italia

Per capire il pensiero degli sponsor abbiamo rivolto una domanda anche a Simone Ponziani, ceo artcrafts e distributore di Hoka One One per l’Italia, che – come già ricordato – è stato vicino ad entrambi gli organizzatori intervistati, supportandoli anche nella scelta di posticipare l’appuntamento.

Nelle gare che si sono svolte e alle quali avete partecipato, avete ottenuto i risultati di sempre? Com’è cambiato il contatto con il pubblico?
La nostra strategia rispetto alle gare è di lungo periodo e mai legata al singolo evento specifico. Lo scopo è dare al movimento il senso di una comunanza di intenti nello sviluppo degli sport che amiamo, favorendone la pratica in un contesto evolutivo e qualificato. Casomai, da questo punto di vista, la ricaduta è stata ancora superiore, sia perché il numero ridotto di gare ha giocato a favore di una maggiore attenzione mediatica sulle stesse, sia perché il legame tra brand, evento e runner è stato percepito come più significativo che mai. Ma abbiamo anche cercato di imparare dall’esperienza, in particolare sviluppando più a fondo il lato di contatto “digitale” con gli utenti, in modo da compensare il minor contatto reale imposto dalla situazione. Una strategia che sta portando risultati inattesi.

Infine, un altro punto di vista, quella di Franco Collè, ultratrail runner, atleta e consulente di Hoka One One, tornato a indossare il pettorale dopo mesi di stop forzato.

Com’è stato riprendere a competere? Ne hai sentito la mancanza?
È stato meraviglioso, non pensavo potessero mancarmi così tanto le competizioni. La fatica, la voglia di potersi misurare con gli altri, studiare le strategie e preparare ogni dettaglio, dare il meglio di me stesso, guardare e riguardare il percorso… tutti quei riti che solo chi ha fatto una gara può capire.

Troverete l’inchiesta sulla ripresa delle gare e le interviste complete sul numero 10 di Outdoor Magazine.