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Ne è passata di acqua (alta) sotto i ponti da quel 1986, quando il fondatore e attuale presidente, Piero Rosa Salva, diede il via a quella che è diventata una delle maratone più iconiche e apprezzate in tutto il mondo. Lorenzo Cortesi, general manager, ci racconta il bilancio della Venicemarathon

di Cristina Turini

Un giovane Salvatore Bettiol tagliava per primo il traguardo, nel maggio di 36 anni fa, di quella che è diventata una tra le maratone più belle del mondo.

In tutto questo tempo Venicemarathon si è trasformata, è cresciuta con i dovuti tempi e nel rispetto di una città assolutamente non facile, con la quale si è adattata, si è plasmata, portando a oggi un valore aggiunto che va ben oltre la manifestazione sportiva.

D’altro canto il fascino di Venezia ha contribuito non poco alla trasformazione e alla bellezza di questa gara così caratteristica, tanto che l’ultima edizione può dichiararsi ufficialmente uscita dal periodo post-pandemia: con 15mila partecipanti di cui 4.500 provenienti da Paesi esteri e con il nuovo format della mezza maratona contingentato, per il primo anno, a 2.000 partecipanti.

E stiamo parlando solo delle tre gare svoltesi il 23 ottobre che hanno chiuso il “Mese Venicemarathon”, un programma iniziato ben pima, il 25 settembre, con la prima edizione di Venice Lido Beach Trail, che si è corsa sulla spiaggia del Lido, per poi pro- seguire con le Alì Family Run a Portogruaro, Chioggia, San Donà di Piave, Dolo-Riviera del Brenta e Mestre, coinvolgendo ben 17mila persone che hanno corso a favore dell’associazione “Disabili No Limits” di Giusy Versace, per un totale si 80mila euro raccolti.

Un’edizione spettacolare insomma sotto tanti punti di vista, iniziando dal nuovo record della gara maschile messo a segno dall’ugandese Mutai con 2h08’10’’, dalla partecipazione del numeroso pubblico, dalla diretta su Raisport e dall’Eurovisione che ha portato la gara in 90 Paesi. Passando dal contributo degli sponsor fino al prezioso schieramento di oltre 2000 volontari che hanno contribuito a scrivere un’importante pagina della storia di questa maratona.

Foto Matteo Bertolin

Intervista a Lorenzo Cortesi, general manager Venicemarathon

Dalla sua nascita Venicemarathon è stato un crescendo da molti punti di vista, diventando una tra le maratone più partecipate d’Italia: numero di iscritti, qualità tecnica, partnership e iniziative solidali. Qual è l’elemento che vi rende più orgogliosi in assoluto o che determina la riuscita di un evento di questa portata?

Venicemarathon è una delle maratone più partecipate d’Italia per diversi fattori. Abbiamo saputo crescere con gradualità, ponendo massima cura nei servizi all’atleta; abbiamo sempre studiato formule nuove e cercato di essere al passo coi tempi e soprattutto abbiamo osservato l’evoluzione del ‘pianeta running’. Negli ultimi 10 anni, sempre più persone si sono avvicinate alla corsa, iniziando spesso dalle distanze più brevi. E così, nel 2015, abbiamo deciso di inserire nel programma della Venicemarathon an- che la VM10K, a mio avviso una delle 10 chilometri più affascinanti al mondo, e da quest’anno anche la 1^ Venice Half Marathon, un progetto al quale stavamo già lavorando nel 2020 ma che poi, a causa della pandemia, abbiamo dovuto rimandare al 2022.

La 36ma UYNVenicemarathon

Quanto ha impattato l’introduzione della mezza maratona in percentuale sulle entrate totali dell’evento e quali sono stati i maggiori sforzi organizzativi che ha comportato questo format di gara.

La Venice Half Marathon, essendo alla sua prima edizione, è stata contingentata a 2.000 iscritti, per cui il suo ‘valore economico’ non è così rilevante. Dal punto di vista organizzativo, il maggior sforzo è stato di tipo logistico, legato alle tre partenze differenziate, e soprattutto alla movimentazione delle sacche degli atleti che velocemente sono state trasportate dalla partenza, in centro a Mestre, fino al Tronchetto e poi traghettate fino all’arrivo in Riva Sette Martiri. Per il resto, la città di Mestre ha accolto con grande entusiasmo questa nuova gara, per cui anche l’organizzazione della zona di partenza non ha riscontrato grosse complicazioni.

Quanto è “Green” Venicemarathon? Quali sono le strategie messe a punto per impattare il meno possibile sul territorio?

Da diversi anni stiamo lavorando su fronti differenti. Nel 2015 abbiamo ottenuto la ‘Certificazione Ufficiale Tuv Rheinland Iso 20121’ come primo evento green di running in Italia; nel 2018 siamo stati scelti dalla Regione Veneto come evento pilota per il nuovo pro- getto di tutela ambientale e del territorio “Zero Waste Blu sport events for territorial development”; abbiamo poi sviluppato importanti accordi con Trenitalia e BusItalia per incentivare il ‘tra- sporto intelligente’; nel 2019 abbiamo stretto un’importantissima partnership anche con Corepla, il Consorzio nazionale per la rac- colta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica e quest’an- no stiamo collaborando con la Direzione Turismo della Regione del Veneto verso il traguardo della sostenibilità, attraverso il pro- getto ‘Take It Slow’, finanziato nell’ambito del programma Inter- regionale Italia Croazia e che consiste in una serie di interventi per potenziare l’offerta turistica, puntando sulla consapevolezza e il rispetto, tanto dell’ambiente quanto delle persone, per creare in Veneto destinazioni sempre più sostenibili e accessibili, considerando i bisogni di tutti. Il processo, quindi, non si ferma mai e ogni anno cerchiamo di implementare i nostri sforzi per ridurre sempre di più l’impatto ecologico sull’ambiente massimizzando le azioni di riciclo.

Potete leggere l’intervista completa nel prossimo nr 11/12 di Running Magazine